Lo stress è un concetto comune. Oggi lo consideriamo addirittura un aspetto inseparabile dal nostro stile di vita. Possiamo esserne orgogliosi, come se essere occupati e stressati si traduca automaticamente in un senso di soddisfazione.
L’esperienza di essere stressati era – ed è ancora – considerata normale come bere il caffè a colazione ? Ma se sei stato così fortunato da vivere serenamente la quarantena durante la crisi del Covid, come ho avuto il privilegio di fare, potresti aver cominciato a mettere in discussione questa evidenza. Perché in effetti, una vita con più tempo, senza correre e con molta pace e tranquillità è molto piacevole.
Anche se tendiamo a dimenticarlo, sappiamo che lo stress permanente ha un impatto negativo sulla nostra salute. Il problema è che riceviamo così tanti impulsi che diventa persino difficile riconoscere ciò che ci stressa. Spesso, non è facile vivere in uno “stato di non stress”: anche durante le vacanze, tendiamo ad essere raggiungibili e reattivi. Non ci fermiamo mai.
Diventare più consapevoli ci aiuta a gestire e comprendere meglio i nostri fattori di stress, cioè quali situazioni, atteggiamenti e comportamenti rafforzano e mantengono le reazioni di stress all’interno del nostro sistema.
Come possiamo guadagnare più consapevolezza?
Questa domanda merita molte risposte diverse, come attraverso il rilassamento attivo, la meditazione, i cambiamenti di stile di vita – per esempio distanziandosi per qualche ora dal proprio smartphone.
Ma oggi vorrei riflettere con te su qualcosa che forse non hai ancora considerato. Il tuo stress è già iniziato quando eri un bambino?
Questa domanda può comprensibilmente sorprenderti. Se da un lato è facile mettere in relazione lo stress con gli stimoli che ricevi dal mondo esterno, dall’altro le tue reazioni allo stress sono influenzate anche dalle tue prime esperienze. Queste esperienze hanno contribuito a plasmare la tua percezione del mondo e degli altri. Quando le relazioni più strette di cui un bambino ha bisogno sono in qualche modo assenti, troppo distanti o troppo disturbate, si crea una risposta di stress nel corpo del bambino che influenzerà il suo modo di affrontare lo stress in quanto adulto. Poiché per questo bambino il suo stress era “normale” e non poteva essere paragonato a nient’altro, può essere difficile per il futuro adulto rendersi conto che lo stress ha iniziato a far parte della sua vita molto presto.
Le tensioni o l’ansia cronica, ad esempio, indicano uno stato di stress. Come le credenze fisse, e a volte inconsce, che influenzano il modo in cui navighiamo nella nostra vita.
Se desideri approfondire questo argomento, ti suggerisco di guardare questa serie di domande.
- Posso dire di no – posso dire che è troppo per me?
- Devo sempre essere forte/indipendente?
- Tendo a ridurre o a massimizzare le potenziali minacce al mio benessere?
- Mi sento solo o isolato?
- Mi permetto di esprimere la mia collera?
- Mi sento facilmente responsabile per gli altri?
- Mi sento facilmente sopraffatto?
- Credo di non essere desiderato, di non essere amabile?
- Penso di dover giustificare la mia esistenza facendo qualcosa di utile?
- Sono spesso malato o in una posizione di debolezza – per attirare l’attenzione degli altri?
Quando questa percezione è iniziata, nella tua storia personale? C’è una situazione che ti viene in mente spontaneamente?
Se si, nota come questo continua ad avere un impatto sulla tua vita quotidiana.
Diventare più consapevole dei tuoi fattori di stress, ti aiuterà a cambiarne gli effetti sulle tue relazioni, sulla tua vita e sul tuo corpo.
Se desideri cambiare l’impatto che i tuoi fattori di stress hanno sulla tua vita, sarò felice di sostenerti! Qui trovi anche alcune idee per esercitarti a cambiare le credenze che hai identificato!
Foto: scattata allo Jungfraujöch.
L’ispirazione per questo articolo viene da Gabor Maté “Quando il corpo dice no – Il costo dello stress nascosto”.
G. Mate è un medico canadese che si sforza di riportare nel campo medico l’importanza della storia personale del paziente. Le esperienze personali e l’atteggiamento generale hanno un impatto sulle malattie che sviluppiamo, apparentemente soprattutto le malattie autoimmuni. Ciò che accade nella vita del paziente, quali fattori di stress sperimenta oggi o quali momenti difficili ha vissuto in passato sono informazioni preziose.