Nei precedenti articoli, ci siamo concentrati sull’espansione e sulla praticare della nostra respirazione e anche sul prestare attenzione a ridurre alcune delle nostre tensioni prodotte dalle nostre attività quotidiane.
Ora vorrei guardare più da vicino le ragioni che ci spingono a ridurre la nostra respirazione e ad irrigidirci. La risposta è abbastanza semplice. Perché attraverso la riduzione del respiro, la soppressione di ciò che sentiamo e la limitazione dei nostri movimenti, cerchiamo di controllare.
Che cosa è il controllo?
Il controllo è un’ esperienza molto importante nella nostra vita. Essere impotenti, paralizzati o incapaci di agire è probabilmente l’esperienza più sgradevole che si può incontrare nella vita. Si tratta dell’esperienza di essere una vittima. Quando possiamo agire, avere un’influenza su quello che sta succedendo o decidere come muoverci in una situazione, sentiamo di avere in mano le redini della nostra vita. In questi casi, non riduciamo noi stessi, ma, al contrario, ci espandiamo, creiamo nuove esperienze, affrontiamo nuove situazioni, ci sentiamo vivi.
Ma c’è un altro tipo di controllo, che usiamo per compensare la paura e l’insicurezza. Questo tipo di controllo è costituito principalmente da due ingredienti: la riduzione e ripetizione. Cerchiamo di non sentire la paura e di avere una certa sicurezza controllando il nostro partner o gli amici. E soprattutto cerchiamo di controllare noi stessi.
Guardando più da vicino gli ingredienti di questo tipo di controllo – la riduzione e la ripetizione – possiamo vedere che quando ci sentiamo familiari con una situazione o ci aspettiamo che gli altri agiscano in un certo modo, ci dà un senso di sicurezza e ci sentiamo in controllo. Questo è il motivo per cui si tende a fare le stesse cose nello stesso modo. Ripetendoci, riduciamo l’opzione che qualcosa di nuovo possa apparire, qualcosa di sconosciuto che potrebbe essere pericoloso, incontrollabile. Così limitiamo noi e le altre persone, manteniamo le stesse routines, diciamo di “no” a ciò che è nuovo, e alla fine diventiamo pigri e non riusciamo più a cominciare nuovi progetti.
Ci sono dei segnali che ci indicano che stiamo riducendo noi stessi. Per esempio, quando sperimentiamo uno squilibrio nel nostro bisogno di controllare: ci sentiamo come un maniaco del controllo o, al contrario, che nulla è nelle nostre mani. Potremmo essere bloccati in alcune situazioni ripetitive.
Cosa possiamo fare? Visto che il controllo richiede sforzo, il primo passo è quello di nutrire i momenti dove ci sentiamo rilassati. È possibile migliorare il vostro relax respirando e riducendo le tensioni fisiche.
Ma l’aspetto principale è quello di aumentare la nostra consapevolezza circa al tipo di persona che diventiamo quando controlliamo al fine di compensare la nostra mancanza di sicurezza: in quei momenti siamo rigidi, duri, dolci, confusi, deboli o altro, al fine di controllare una situazione o delle persone?
Mi occupo di questi aspetti nel mio Workshop Stop being a control freak.
Foto trovata in Internet