Spesso si sente dire che bisogna essere in grado di ‘lasciar andare’: lasciar andare il passato, una situazione difficile, una rottura, un fallimento.
Ti sarai già reso conto, come me, che nonostante la pertinenza di questo consiglio, esso non è così facile da applicare. Riflettendo e parlandone con i miei clienti, ho notato che spesso ci riferiamo al ‘lasciar andare’ come sinonimo di non sentire ciò che è fastidioso e sgradevole nelle situazioni che vorremmo lasciarci alle spalle. Poiché è sgradevole, cerchiamo di non sentirlo. Ma non sentendolo, non possiamo lasciarlo andare.
Quando accettiamo che una situazione è stata importante nella nostra vita senza fingere indifferenza o distacco, la sua fine ci porta a sperimentare sensazioni come il senso di perdita, il senso di fallimento, la perdita di controllo, indipendentemente dal fatto che questo corrisponda o meno alla realtà. Lasciar andare può allora rivelarsi difficile.
La difficoltà a vivere completamente le sensazioni spiacevoli e la reazione di proteggersi contro di esse così da poter continuare a funzionare nella vita quotidiana, sono perfettamente naturali. Ma la nostra resistenza a queste esperienze evidenzia il nostro desiderio che la realtà – la nostra realtà – sia diversa, meno frustrante, meno difficile, meno deludente.
Ed attraverso questa resistenza, manteniamo nel presente ciò che è già accaduto nel passato.
Questo mi porta a pensare che forse un concetto migliore per allenare la nostra attenzione a lasciar andare sarebbe ‘arrendersi’: accettare che la ‘battaglia’ è stata persa e che quindi possiamo smettere di cercare di cambiare/controllare/modificare la realtà. Si tratta di allenarci ad accettare ciò che è. Arrendersi a ciò che è stato, accettando ciò che è accaduto e le sue conseguenze.
Per ottenere questo risultato, il nostro allenamento consisterà in :
- Permetterci di entrare in contatto con le emozioni spiacevoli legate alla situazione che si vuole lasciarsi alle spalle.
- Riconoscerne le sensazioni cercando di non giudicare, recriminare o incolpare se stessi o gli altri. In questo caso, la difficoltà sta nel far sì che la mente osservi ciò che è accaduto e le emozioni che suscita, senza intervenire o cercare di spiegare o giustificare.
- Favorire la circolazione e, soprattutto, la digestione durante questo processo significa tornare ancora ed ancora ad una respirazione consapevole: questo permette di sentire di più, di integrare ciò che è successo e di lasciarlo finalmente andare.
Personalmente, trovo particolarmente utile la pratica di mobilitare la mente verso quegli aspetti dell’esperienza che mi permettono di imparare su di me – come ho reagito in quella situazione/relazione, ma anche sugli altri.
Arrendersi diventa così un passo importante nel processo di digestione, integrazione e compostaggio per creare nuovo humus per la crescita di fiori nuovi.
Come sempre, sarò felice di sostenerti nel tuo processo di lasciar andare.