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Osservare i propri Pensieri

Alcuni dei miei clienti descrivono, durante le sedute con me, come i loro pensieri negativi causino tensioni, ansia e persino problemi di insonnia, e come sia difficile cambiare questa situazione.
Gli esercizi di respirazione sono molto utili perché, prestando attenzione alla pratica, possiamo focalizzare il mentale sul corpo – cioè sul momento presente – e in questo modo possiamo fermare o alleviare la reazione fisica.  

Il legame tra i nostri pensieri e la risposta del corpo può essere difficile da notare. Ma anche quando siamo consapevoli di questo automatismo, cambiare il nostro modo di pensare non è facile. Esistono alcune pratiche, oggi molto diffuse, che possono influire positivamente sul nostro stato mentale: l’attività fisica :-), la mindfulness, la gratitudine, la valorizzazione degli eventi positivi che si verificano durante la giornata. Queste pratiche aiutano a cambiare il modo in cui percepiamo automaticamente la nostra realtà e hanno un’influenza benefica sul nostro stato fisico, mentale ed emotivo.

Mi sembra che possa essere utile anche prestare attenzione al modo in cui si svolgono i pensieri stessi, per notare meglio il tipo di funzionamento che li sottende: si tratta di osservare i nostri pensieri con un atteggiamento il più possibile distaccato e curioso.

3 domande possono aiutare a farlo:

  • Come questo modo di pensare mi fa sentire nel mio corpo?
  • Quale problema la mente sta cercando di risolvere o prevenire?
  • Si tratta di qualcosa che è già accaduto o di qualcosa che accadrà in futuro?

La prima domanda permette di notare come il corpo reagisce sotto l’influenza di un determinato modo di pensare. Il nostro stato fisico ci aiuterà a capire cosa disturba o ha disturbato il nostro equilibrio. Possiamo osservare se, dietro le tensioni fisiche del corpo, c’è l’esperienza di essere umiliati, feriti, insicuri, nervosi, sbagliati, ecc.

La seconda domanda ci permette di fare un collegamento tra il corpo e la mente, e come il nostro sistema ha rilevato un “problema” e la nostra mente cerca di trovare una soluzione, spesso applicando un modo di pensare stereotipato, cioè conosciuto e automatico.
A volte si tratta di qualcosa di piccolo che ha “solo” bisogno di essere riconosciuto.
A volte si tratta di qualcosa che si è fatto e, anche se l’azione non ha avuto conseguenze, ci si rende conto in seguito di non esserne soddisfatti.
A volte è qualcosa che qualcun altro ha fatto, a noi o ad un’altra persona, e ci rendiamo conto che ci ha ferito, irritato o disturbato.
Forse è stato fatto con intenzione, forse no. Forse è necessario affrontarlo, forse no.

La terza domanda cerca di esplorare le azioni che avremmo potuto fare o che vorremmo fare. A volte finiamo per immaginare scenari piuttosto irrealistici, ma che possono servire a mettere in luce il tipo di azione che vorremmo essere in grado di compiere, anche se non negli estremi che la nostra mente produce: essere in grado di rispondere, di confrontare, di difendersi. O atti di coraggio contro l’ingiustizia. O semplicemente concedersi la libertà di non reagire e di allontanarsi da una situazione che si ritiene negativa per noi.

Spero che troverai qualche ispirazione per aiutarti a gestire meglio i tuoi pensieri. Ma ricorda l’importanza di coinvolgere il corpo in attività che aiutino la tua attenzione a concentrarsi su ciò che stai facendo nel momento presente: il tuo respiro e le sensazioni fisiche che stai vivendo.

Come sempre, sarò felice di sostenerti nella tua pratica. Non esitare a contattarmi se hai domande o desideri un aiuto per lavorare sui tuoi pensieri negativi.

Foto scattata al Nonam durante la mostra dell’agosto del 2023.

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