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La capacità di meravigliarsi

Sperimenti anche tu un Giudice Interiore che ti parla in molto scortese e critico, che commenta le tue azioni e i tuoi comportamenti, e talvolta il tuo modo di essere, con frasi di questo tipo?
“Non sei mai abbastanza bravo”. “Avresti dovuto fare meglio”. “Gli altri sono migliori di te”. “Sei un impostore che presto verrà scoperto”. “Non ce la farai mai”.
Molti clienti iniziano a lavorare con me essendo già consapevoli di avere un Giudice Interiore.  

Anch’io ne ho uno. Ho smesso di ascoltarlo perché ripeteva sempre lo stesso tipo di messaggio: “Hai sbagliato, dovresti essere diversa, come sei non va bene”. Non è bello e questa voce non mi ha mai aiutato a raggiungere alcun risultato. Al contrario, mi ha fatto sentire demotivata e bloccata. Per ascoltare ciò che il mio cuore mi diceva di fare, ho dovuto smettere di dare attenzione al mio Giudice Interiore.

Questo “smettere di dargli attenzione” non è stata un’azione unica. È tuttora in corso e per praticarla devo prima sentire ciò che il mio Giudice Interiore mi dice, prestare poi attenzione alle reazioni che crea nel mio corpo e infine lavorare per fermare queste reazioni attraverso la respirazione, il movimento e lo spostare l’attenzione su qualcosa altro.

Fermare il Giudice Interiore crea ogni volta un atteggiamento più benevolo verso me stessa.

Un atteggiamento benevolo: non è forse il tipo di atteggiamento che vorremmo ricevere e che ci sforziamo di sviluppare verso gli altri?
Ma quante volte l’atteggiamento verso noi stessi è troppo duro – non parleremmo mai a un altro essere umano come parliamo a noi stessi – o troppo indulgente – incapace di rispettare le promesse fondamentali che ci siamo fatti.
Se consideriamo le frasi che ho riportato come esempio all’inizio di questo articolo, possiamo riflettere che di per sé non sono “sbagliate”. Potrebbero essere dei feed-back che spingono al miglioramento, all’impegno o a risultati migliori. Potrebbero, se fossero usati con saggezza, al momento giusto e nella dose adeguata. Non come un meccanismo predefinito che commenta tutto ciò che si fa.

Forse sai già che, da un punto di vista evolutivo, il fatto che la nostra attenzione sia risvegliata e attratta dai “problemi” ha molto senso. Fino a duecento anni fa malattie, problemi nella comunità, comportamenti inadeguati che potevano provocare l’espulsione dal gruppo, predatori, cambiamenti meteorologici erano tutte potenziali minacce per la sopravvivenza. Prestare particolare attenzione e ricoradare questi avvenimenti aveva un forte significato. Ma per il resto del tempo, la mente non era particolarmente stimolata.

Oggi è necessario partecipare a un ritiro di benessere per offrire alla mente un ambiente tranquillo e rilassato.

Lo stress e persino l’ansia generati dalla focalizzazione sui problemi – reali, potenziali o immaginari – mantengono nella mente uno stato di allerta e di critica che impedisce di concentrarsi sulla gratitudine, sulla soddisfazione, sulla gioia.
Per sostenere il processo di “smettere di dar attenzione al Giudice Interno” – sentire cosa dice, prestare attenzione alle reazioni che crea nel corpo e poi lavorare per fermare queste reazioni attraverso la respirazione, il movimento e lo spostamento dell’attenzione – consiglio di nutrire un altro tipo di attenzione: non quella che si concentra sui problemi, sulle pressioni, sui confronti e sulle critiche, non l’attenzione “normale” che applichiamo per fare in modo efficiente, veloce e redditizio.

Ma quella che crea uno stato di meraviglia, di pacifico stupore.

Quando siamo meravigliati, siamo. Entriamo in uno stato in cui l’essere è più importante del fare. È l’esperienza che possiamo fare ascoltando – veramente ascoltando – la musica. Ammirando un’opera d’arte. Osservando la natura non con uno sguardo scientifico, ma con curiosità e stupore per la varietà della vita. È il momento in cui la mente razionale si tace perché non c’è nulla da dire, solo da sentire e da essere.

Fermati quindi e dai attenzione al tuo Giudice Interiore: senti ciò che egli ti sta dicendo; poi presta attenzione alle reazioni che crea nel corpo; infine lavora per fermare queste reazioni attraverso il respiro, il movimento e lo spostare l’attenzione.
E apriti a uno stato di meraviglia, di pacifico stupore.

Immagine scattata al Nonam, un momento di grande meraviglia!

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