Nell’ultimo articolo abbiamo iniziato una riflessione sulla fiducia in se stessi e su ciò che accade nel corpo quando quest’ultima manca e ci troviamo a dubitare delle nostre competenze, delle nostre opinioni e persino del nostro essere.
Il mio suggerimento era di allenarsi a rafforzare la fiducia in se stessi riconoscendo ciò che si è raggiunto, fatto o imparato, in modo da allenare l’attenzione a dirigersi verso ciò che ci dà fiducia e soddisfazione.
Poiché è molto comune per il nostro cervello di analizzare eccessivamente ciò che è “problematico”, la nostra attenzione si concentra automaticamente su ciò che è imperfetto, che manca o che è carente, nella nostra vita, nel nostro lavoro o nelle nostre relazioni. Per alcune persone questo meccanismo è talmente “normale” che non si rendono conto degli effetti negativi dell’autocritica. Quando ci si concentra troppo spesso su ciò che “non è” – non abbastanza bene, non abbastanza perfetto, non abbastanza attraente – si provoca nel corpo un costante livello di stress. È come se una parte di noi fosse costantemente consapevole dell’esistenza di un problema.
Dal punto di vista della consapevolezza corporea, questo si traduce col non avere una buona connessione con il corpo e le sue sensazioni. Queste connessioni aiuterebbero la persona a percepire il costante sforzo nel corpo e a rendersi conto della necessità di rilassarsi e di prendersela comoda.
Se non sei sicuro di quanto questo meccanismo ti riguardi, potresti cominciare a prestare attenzione al modo in cui “normalmente” ti parli, in questi 3 contesti.
- Ti rivolgi a te stesso in modo gentile, amichevole e incoraggiante? Oppure il tuo tono è piuttosto critico, duro ed esigente?
- Quanto ti senti a tuo agio nel “fare errori”? Riesci ad accettarlo con calma, ad imparare dalla situazione per poi lasciarla andare? Oppure ti ritrovi a pensare a quello che è successo, a giustificarti eccessivamente, a spiegare la situazione o a dare la colpa ad altri?
- Puoi restare passivo, senza che la tua mente ti “spinga” a tornare in azione perché hai così tante cose da fare?
Questi 3 contesti sono collegati al tentativo di controllarsi. L’eccessivo controllo è legato alla paura di non essere abbastanza. Ma esercitando un controllo eccessivo, si mantiene la paura di “non essere abbastanza”, come in una spirale negativa.
Quando si presta maggiore attenzione a cosa succede nel corpo ed alle sue sensazioni, si può valutare in modo pratico la fiducia in se: questo aiuta a notare come ci si considera e a sviluppare una percezione più positiva di se stessi. Prestando maggior attenzione al proprio livello di rilassamento e alla propria capacità di essere a proprio agio in diverse situazioni, è possibile valutare e rafforzare la fiducia in se stessi.
Come sempre, resto volentieri a disposizione per aiutarti a rafforzare la percezione positiva di te stesso 🙂
Foto scattata in Sicilia, La Valle dei Templi, da Massimo Martino