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Le nostre ricchezze immateriali

Nel mio ultimo articolo, l’argomento era come dare più attenzione a ciò che possediamo. L’idea alla base é quella di ottenere più nutrimento da ciò che è già nella nostra vita, invece di accumulare sempre più cose. Consumare meno ci aiuta – secondo me – ad essere più attenti a ciò che è già presente nella nostra vita. A spostare la nostra attenzione da ciò che possediamo – la materialità – verso qualcosa di immateriale.
Il consumare, invece, mantiene la sensazione che ci manca qualcosa. Che ciò che abbiamo non è sufficiente. A volte abbiamo anche la sensazione di non essere abbastanza, di dover risolvere un problema acquisendo le “cose giuste”.
Ora, la materialità è importante perché dà una vera sicurezza: rifugio, cibo, contatti sociali. Ma può diventare una maledizione quando diventa un’automatismo che dice che non è mai abbastanza, che non siamo abbastanza e che si dovrebbe fare o possedere di più.

Quando ho iniziato ad imparare a promuovere i miei servizi – un processo di apprendimento senza fine ? – mi è stato detto molte volte che avrei dovuto convincere le persone di avere un “problema” che io posso risolvere. Personalmente questo approccio non mi è mai piaciuto per diverse ragioni.
In primo luogo, i problemi possono essere esperienze preziose che ci permettono di imparare e di crescere. Se ce li portano via, anche l’apprendimento che ci offrono se ne va.
In secondo luogo, le altre persone possono aiutarci e sostenerci, ma alla fine – nell’ottica di essere indipendenti e responsabili – solo noi possiamo passare attraverso i cambiamenti che porteranno un migliore equilibrio nella nostra vita. Nessun altro può fare questo per noi.

Il consumo implica esattamente la prospettiva opposta: finge che abbiamo sempre bisogno di qualcosa di nuovo/di più e che non possiamo essere soddisfatti e contenti di ciò che c’è ora. Inoltre, implica che la soluzione è fuori di noi e sarà fornita dall’acquistare qualcosa.

Questo provoca alcuni grossi squilibri:

  1. Siamo allenati a cercare “problemi” anche se non sono sempre “reali”.
  2. Siamo costantemente distratti da ciò che è già presente, da ciò che ci è vicino: relazioni, natura, attività….

Se ti interessa valorizzare maggiormente le tue ricchezze immateriali puoi aumentare o sviluppare una maggiore attenzione. Non ci sono ricette fisse per sentirsi bene. Ma qualcosa in comune a tutte le ricette è il “prendersi tempo“. Prendere tempo ci permette di creare uno spazio cosciente, uno spazio per sentire e per apprezzare ciò che è nella nostra vita. E un modo di prendersi tempo é … scrivere!

Trovo che la scrittura sia una pratica molto potente (1), così la mia raccomandazione é di descrivere ciò che fa parte della tua vita e che non è materiale. Pensa alle relazioni (amici, famiglia, colleghi, persone che incontri regolarmente), alle attività (sport, hobby, far parte di un club, impegni di volontariato), al contatto con la natura (gli alberi in città, la foresta, i laghi, …), alla spiritualità.
Descrivi poi i benefici che queste attività ti offrono.

Se hai bisogno di sostegno, contattami: ho esperienza in questo processo di apprendimento!

1) La scrittura è una pratica molto potente perché rallenta il nostro cervello e ci permette di prendere tempo per formulare le frasi che vogliamo scrivere. E di prenderci il tempo per sentirci di più.

Foto presa da Internet

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